23/08/17

Possiamo stare tranquilli


Ciao caro blog, mi rifaccio vivo dopo mesi, con la stessa scarsa ispirazione.
Saranno i 50 anni da poco compiuti, sarà che ho riscoperto il piacere di leggere (e tanto), sarà che quando ci sono troppe fonti di ispirazione uno poi si sente soverchiato (un po' come un attacco di sindrome di Stendhal, che ti paralizza e fa svenire perché davvero c'è troppa troppa roba), ma davvero ho poca voglia di maneggiare il mio blog. Che giustamente vaga in un mare di indifferenza.
Ma intanto è sempre lì, metti che mi torni la voglia di disegnare, invece di riciclare le stesse vignette. Metti che mi venga qualcosa di interessante da comunicare. Cosa peraltro rara, intendiamoci!

Comunque non è l'avvenimento in sé, ma l'atarassia con la quale lo sto vivendo che merita una considerazione. E visto che il fraintendimento è dietro l'angolo, cercherò di maneggiare l'argomento con la massima cautela. Ovviamente sto parlando della strage di Barcellona e delle ragioni, ancora non chiare, per le quali sto vivendo le notizie con fastidio più che con dolore e solidarietà.
Ovviamente cordoglio per le vittime, non solo quelle italiane, mi sembra il minimo della vita ed è talmente ovvio che possiamo andare oltre, a costo di sembrare insensibile.
Non solo è l'ennesimo attentato, che porta vittime e dolore, ma è sempre lo stesso stomachevole copione:
uno od un gruppo di invasati fa strage di turisti in una località dell'"Occidente" e
- tutti a puntare il dito contro il fondamentalismo dell'Islam, come se tutti i toscani fossero grulli perché Renzi è toscano (è la prima similitudine che mi è venuta in mente;
- tutti a dibattere se sia sensato accogliere i migranti o respingerli (visto che in mezzo potrebbero esserci i terroristi dell'Isis), salvo poi dimenticare che la maggioranza di essi sono Nigeriani, Ivoriani e cinesi cattolici che l'Isis non sanno manco cosa sia;
- tutti a parlare di cellule terroristiche organizzate, quando si tratta quasi sempre di creduloni invasati, a Barcellona erano un gruppo di giovanissimi, che non possono procurarsi armi e quindi assaltano con furgoni, camion o coltelli da cucina;
- tutti a scrivere dediche, poesie, "jesuisqui, jesuislà", "non abbiamo paura" e a mettere bandiere nei profili di facebook, inglesi, francesi, spagnole, ma TUTTI a sbattersene le palle se l'Isis fa strage in Siria, Iraq, Turchia o Africa, tanto chi se ne frega se si ammazzano fra di loro, vero? 
- 95% delle vittime dell'Isis è di religione musulmana, ma se un bimbominchia deficiente fa strage a casa nostra tutti ad aspettarci le scuse delle comunità musulmane e la loro presa di posizione contro il terrorismo, come se, prima di andare a messa, la nonnina cattolica dovesse sempre prendere posizione contro le Crociate.
Ho la nausea di tutto questo circo, non ho più voglia di ascoltare certa gente.

Inclusione, integrazione sono le uniche armi di difesa contro il fanatismo degli immigrati di terza generazione, che vengono spesso isolati e concentrati ai margini della società.
Dialogo, apertura, fra paesi di religione diversa, per ridurre le distanze e favorire la comprensione reciproca. E scoprire che un cattolico ed un musulmano sono più simili che differenti. E che nel Corano si parla con rispetto di Cristo e della Madonna.
Pace, e non missili, altrimenti puoi essere l'uomo più pacifico del mondo, ma se una bomba intelligente ti spazza via la casa e stermina la tua famiglia, perché dicono che ti stanno portando la democrazia, allora ti si chiude la vena e puoi commettere una pazzia.

Non dovrebbe essere difficile e invece è impossibile.
E allora a me viene su lo schifo e non riesco a mettere la bandierina sul mio profilo.
Haldeyde

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