Il Ministro La Rissa ad Annozero ripete ossessivamente improperi:
stava facendo self-coaching?
Avrei voluto scrivere qualcosa di serio sull'incredibile show del ministro La Russa nella puntata di giovedì scorso ad Annozero. Purtroppo, si tratta dell'ennesimo caso da parte di rappresentanti del cosiddetto "Partito dell'Amore" nel quale risulta difficile utilizzare parole appropriate per esprimere il proprio sdegno, imbarazzo, vergogna, sfiducia, tristezza. Non riesco ad esprimere a parole il mio senso di inadeguatezza a questo sistema, nel quale un fascista (ha dichiarato di esserne orgoglioso = reato), violento (12 Aprile 1973 - fu uno dei principali ispiratori di quella manifestazione dove venne assassinato l'agente Antonio Marino, uno di quelli ai quali, patetico!, oggi vorrebbe aumentare lo stipendio, ma non può), si rende protagonista dell'atto più vile di zittire un interlocutore e di offenderlo, protetto dall'immunità parlamentare (sì, è inutile che mi diciate che non c'è più, perchè è come se ci fosse, visto che l'autorizzazione a procedere non la votano nemmeno per i presunti crimini di camorra). No, non ho parole per scrivere una lettera aperta, fosse anche solo un coacervo di insulti. Non ci riesco.
Anche 30 anni fa il Parlamento era frequentato da gente indegna del ruolo che rappresentava. C'erano sicuramente approfittatori, collusi, se non addirittura mafiosi. Ma almeno si trattava diciamo di una "élite", di una selezione di persone ad un più elevato livello di scolarizzazione e cultura, massima espressione della militanza politica o imprenditoriale. Una casta di persone che veniva anche abbastanza naturale guardare dal basso all'alto.
Oggi la casta è rappresentata dal peggio del peggio. I più ignoranti, i più chiassosi, i più grotteschi, i più violenti. Il peggio del peggio. Le scorie dei funghi che appestano le muffe dei liquami. Sono lì, a rappresentarci. Messi lì per un gioco di partito, che vuole figli, parenti, veline, in mezzo a quella "élite" che dovrebbe traghettarci fuori dalla crisi e che invece ci sta facendo sprofondare nel guano.
Mi prendo lo spazio per commentare, in modo asciutto ed impersonale, i due momenti che più mi hanno colpito. E lo faccio con due link, senza bisogno di aggiungere altro.
Il primo, in merito al tema della violenza degli studenti contro i poliziotti inermi. Segui il link a questo bell'articolo di Gianni Barbacetto sul giovane Ignazio La Russa ai tempi del MSI, apparso su Il Fatto e preso paro paro dal blog di Di Pietro:
Il secondo sulla frase di La Russa "i miei figli non vanno certo a manifestare".
E' vero. Anche perchè non ne hanno bisogno. Fanno parte della casta. Non manderanno mai un curriculum per un posto di lavoro, non avranno il futuro incerto come quegli studenti che manifestavano, anche violentemente, consci di non avere una educazione adeguata ed aperta a tutti ed un mondo del lavoro che li sappia assorbire ed elevare.
Il primogenito Geronimo, grande assiduo degli ambienti più "in", a trent'anni fa parte del consiglio di amministrazione dell'ACI e adesso vuole fare il notaio (peccato che il concorso sia stato annullato per irregolarità, ma si rifarà presto). Chissà come si è sudata la sua escalation. Chissà quanti colloqui avrà fatto, quanti concorsi, quanti anni di precariato. Forse spicca per le sue grandi doti affabulatorie e per la sua educazione, che ricordano tanto quelle del papà. Rivediamolo nel filmato delle Iene:
Haldeyde