Suona male, ma l'intento non è quello di sbertucciare una bruttissima storia. Vorrei avere meno sonno ed essere più ispirato per spiegarmi meglio, ma a quest'ora e dopo una giornata pesante qualunque cosa mi uscirà storta.
Dedico un abbraccio grandissimo alla giovane figlia del carabiniere, Martina, che in poche parole in conferenza stampa ha dimostrato a tutti cosa vuol dire avere i maroni anche se si è femmine.
Rivolgo un pensiero al carabiniere Giangrande, colpevole di esercitare la sua funzione piantonato davanti al portale d'accesso ad un mondo alieno: quello dei politici autoreferenziati, che arrivano in auto blu, scorta e sirene spiegate e se ne fregano se il mondo fuori dal loro va a rotoli.
Una riflessione anche sull'attentatore, il disgraziato Luigi Preiti: nessun eccesso di comprensione da parte mia, nessun tentativo di motivare il gesto in modo goffo e disarticolato. Preiti è un disgraziato, non uno squilibrato cronico. Magari squilibrato lo è diventato, nel momento in cui gli si è chiusa la vena e ha deciso che questa vita fosse troppo ingiusta con lui e troppo ingiustamente giusta con quella casta che svivacchia alla grande là dentro, alle sue spalle. Voleva sparare ai politici, poi ha sparato a due funzionari dello stato, che come lui arrivano a fatica a fine mese.
Ma com'è che questa tragedia la stiamo vivendo tutti come già annunciata? Come qualcosa di più grosso che sta montando, lentamente, ma progressivamente?
Come ha detto Martina: "Spero che questo incidente possa almeno far riflettere tutti e far sì che qualcosa possa migliorare".
Purtroppo, ho l'impressione che chi dovrebbe maggiormente riflettere in questo momento si stia occupando più che altro dei propri interessi.
Haldeyde