28/03/15

Free Fabrizio Corona


Come dice la splendida Lia Celi, sono innocenti, ma non vuol dire che siano simpatici.
Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati giudicati innocenti dalla Corte di Cassazione dopo otto anni dall'omicidio della povera Meredith Kercher e tre gradi di giudizio, che li hanno visti prima innocenti, poi colpevoli, poi nuovamente innocenti per non aver commesso il fatto.
Il cittadino medio, quello non addetto ai lavori, quello che come me ascolta i telegiornali e non può entrare nei dettagli delle carte processuali e delle perizie, ovviamente si fa influenzare dal tam tam mediatico. Chi di noi non ha maturato la convinzione che dietro ai due fidanzatini tremebondi non si nascondesse davvero una coppia di assassini? Il nostro prurito sensazionalista in fondo voleva questo: voleva che l'americanina con la lacrima a comando ed il "Forrest Gump" italiano (come l'ha descritto il suo avvocato Buongiorno per sottolinearne la purezza un po' babbea) fossero davvero colpevoli.
Prurito o sete di giustizia per la povera Meredith? Credo soprattutto prurito.
Comunque, il mio prurito li ha visti sempre come assassini, quindi la loro assoluzione mi lascia un po' di amaro in bocca. Un po' come quella di Berlusconi, o la prescrizione di Moggi e Giraudo.
Mettiamo però che i due siano davvero innocenti, coma la Giustizia li ha riconosciuti tali. Allora i loro quattro anni dietro alle sbarre sarebbero una gigantesca ingiustizia, per la quale dovranno giustamente essere risarciti.
Vediamo. Intanto mi piacerebbe sapere le reali motivazioni per le quali l'omicidio non è ascrivibile a loro. OK, è stato tutto l'impianto accusatorio ad essere basato su prove indiziarie. OK, ci sono state irregolarità, tipo l'interrogatorio ad Amanda in presenza di una non ben precisata sorta di medium che l'avrebbe pesantemente condizionata. OK, che ci siano state falle nel castello accusatorio. OK.
Ma il DNA di Sollecito sul reggiseno della vittima c'era, o no? Le balle raccontate da Amanda per accentrare i sospetti sul povero Lumumba (l'altro nero di questa storia) le sono valse una condanna per calunnia a tre anni, quindi pura come un giglio la ragazza non è.
Non sta a me ed a nessuno di voi decidere, se non il farsi un'opinione e peraltro fuorviata dal modo in cui ci vengono propinate le notizie. Se sono innocenti, bene, la Giustizia ha trionfato. Se sono colpevoli, la Giustizia è stata nuovamente vilipesa ed una famiglia non avrà pace per la loro figlia uccisa.
Intanto un colpevole c'è: l'ivoriano Rudy Guede, che, accettando il rito abbreviato, sta scontando i suoi 16 anni in carcere, condannato per concorso in omicidio. Avrebbe concorso all'omicidio, insieme ai sospettati di allora, Raffaele ed Amanda. Ma se è in galera per aver concorso all'omicidio perpetrato da Raffaele ed Amanda, adesso che questi sono innocenti, lui perché è in galera?
State pensando: ecco adesso lo dice. Adesso dice che Guede è dentro perché è nero, mandando in vacca tutto il pippone per evocare populisticamente lo spettro di una condanna/assoluzione dettata solo da schemi razziali.
Certo che no. 
Diciamo che il colore non ha aiutato Guede, ma la nostra Giustizia non criminalizza solo i neri. Prendete Fabrizio Corona: 4 foto ricattatorie e sta dentro più a lungo di un assassino.
Fa quasi tenerezza.
Oddio, non esageriamo.
Haldeyde


18/03/15

Da Plauto a Gramsci, passando per Hobbes


Da Wikipedia:
L'espressione latina homo homini lupus (letteralmente "l'uomo è un lupo per l'uomo"), il cui precedente più antico si legge nel commediografo latino Plauto (lupus est homo homini, Asinaria, a. II, sc. IV, v. 495), riassume efficacemente una antica concezione della condizione umana che si è tramandata e diffusa nei secoli, lasciando tracce di sé sia nel pensiero colto sia in alcuni detti popolari e motti di spirito.
Ad esempio, si ritrova variamente negli Adagia (1500) dell'umanista Erasmo da Rotterdam (1466-1536): «Homo homini aut deus, aut lupus»; nel giurista spagnolo Francisco de Vitoria (1483-1546), il quale scrive: «Contra ius naturale est, ut homo hominem sine aliqua causa aversetur, non enim "homini homo lupus est", ut ait Ovidius, sed homo»;[1]; in Francesco Bacone: «Iustitia debetur, quod homo homini sit Deus, non lupus»;[2] e in John Owen (c.1564-1622): «Homo homini lupus, homo homini deus».[3]
Tale concetto dell'uomo nello stato di natura è stato ripreso e discusso nel XVII secolo dal filosofo inglese Thomas Hobbes. Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. Egli nega che l'uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco.
Nello stato di natura, cioè uno stato in cui non esista alcuna legge, ciascun individuo, mosso dal suo più intimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno vede nel prossimo un nemico. Da ciò deriva che un tale stato si trovi in una perenne conflittualità interna, in un continuo bellum omnium contra omnes (letteralmente "guerra di tutti contro tutti"), nel quale non esiste il torto o la ragione che solo la legge può distinguere, ma solo il diritto di ciascuno su ogni cosa, anche sulla vita altrui. Su posizioni simili si basa anche il pessimismo di Arthur Schopenhauer.
Fuori dall'ambito strettamente filosofico, l'espressione è ancora utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell'uomo. Ha lo stesso valore di mors tua vita mea ("la tua morte è la mia vita"). La frase è la palese rappresentazione dell'egoismo umano. In opposizione a tale rappresentazione dei rapporti umani, Seneca scrisse che "l'uomo è una cosa sacra per l'uomo".[4]
L'italiano Antonio Gramsci, in una nota dei suoi Quaderni del carcere,[5] ricorda che l'origine dell'espressione dovrebbe trovarsi «in una più vasta formula dovuta agli ecclesiastici medioevali, in latino grosso: Homo homini lupus,foemina foeminae lupiorsacerdos sacerdoti lupissimus» cioè "L'uomo è un lupo con l'uomo, la donna è ancora più lupo con la donna, il prete è il più lupo di tutti con il prete".

13/03/15

Come tira, la FCA


La FCA spinge al rialzo le Borse.
Sembra un doppiosenso piuttosto volgare, ma invece è la verità.
Haldeyde

12/03/15

Giubileo dell'assolto, parte 2

E' un tripudio di complimenti all'eroismo dei giudici che hanno riconosciuto il viavai di puttane dentro e fuori Villa Certosa e Palazzo Grazioli, MA non l'aggravante della prostituzione minorile. Le pagava, le trombava, ma poteva non saperne l'età. Quindi il fatto non sussiste.
Tradotto da Daniela Santanché: Silvio è candido come giglio. E i giudici che fino a ieri erano antropologicamente differenti, un cancro da estirpare, oggi sono dei santi.
Continuiamo col revival delle vecchie vignette sulla purezza di quest'uomo.








11/03/15

Giubileo dell'assolto, parte 1

Il Tribunale ha stabilito che c'era sì prostituzione, ma che lui poteva ignorare che quel tronco di balusa fosse minorenne. Salvo telefonare in questura, raccontare la palla che fosse la nipote marocchina di un presidente egiziano e mandare un altro tronco di balusa per farsela affidare.
 (Ma se non sapeva che era minorenne, come mai manda un adulto per l'affidamento? Mah.)
Comunque, chiudiamola qui. Ci siamo divertiti noi. Si è divertito lui. Facciamo che è un pari.
E festeggiamolo con un tributo di alcune vecchie vignette su Silvio e la balusa.

PS: balusa è una sineddoche dialettale romagnola che sta per "bella ragazza".
PS2: la sineddoche è una figura retorica che rappresenta la parte per il tutto.
PS3: indovinate quale parte rappresenta la balusa.









10/03/15

La misura del pistillo


http://www.repubblica.it/scienze/2015/03/09/news/le_dimensioni_contano_si_ma_quali_-109119670/?ref=HRLV-16

Una di quelle notizione che fanno grande una testata on line come La Repubblica.it.
Finalmente uno studio britannico, del King's College di Londra, rivela quali debbano essere le dimensioni medie di lunghezza e circonferenza del pene maschile, ma, soprattutto, quale debba essere la fottuta metodologia standard per la sua misura: si parte dall'osso pubico e si arriva alla cima del glande (strano, io sarei arrivato al ginocchio, se non me l'avessero detto). E' consentito comprimere il grasso addominale che sporge in avanti, altrimenti si perdono centimetri, ragazzi! 
Quello che non è consentito è misurarlo da sotto, altrimenti si sommano centimetri di asta del pene che in realtà sono interni. Facile arrivare a 18-20 centimetri se partite a misurare dall'ano!
Qui al King's College non si bara: proiezione ortogonale con vista da sopra.
Per la circonferenza va bene sia alla base che a metà altezza dell'organo, purché si usi un metro morbido da sarta e non un affilatissimo metro estensibile di metallo. Misurarlo va bene, ma affettarselo è da pirla.
Insomma, se applicata questa semplice regola e scoprite che il vostro pistolino supera i 13.12cm di lunghezza e 11,66cm di circonferenza in fase di erezione, allora potete stappare una bottiglia: siete sopra la media. Se poi trovate un sontuoso 16cm, allora siete al 95° percentile, cioé solo 5su 100 ce l'hanno più lungo di voi.
Più criptica è la statistica del pene a riposo, "flaccid" nel grafico. 9,16cm di lunghezza e 9,31cm di circonferenza. Confesso che non prendo mano al righello per misurarmi il pistolino da un buon 32-33 anni, ma che allora ero più interessato a pompare il mio ego misurandolo in tutta la sua vivacità e non a riposo. 
Insomma, mano ai righelli, magari anche ai goniometri (per chi come me sfiora i cinquanta).
Ma occhio ai compassi.
Haldeyde

08/03/15

Amatele, sempre.


Ricordo che fin da quando ero ragazzino questa storia delle mimose mica l'avevo capita.
Il ragionamento era il medesimo di quello che continuo ad elaborare oggi che sono un uomo di mezza età: quale soddisfazione può avere una donna ad essere rispettata in quanto donna soltanto un giorno all'anno? Così, da ragazzino, provavo a risparmiarmi l'esorbitante cifra in lire per comperare quattro pulciosissimi e puzzolentissimi fiorellini gialli, tentando di propinare la storiella che io mi rifiutavo di mancare di rispetto alle donne regalando loro la mimosa, per poi tornare a comportarmi da maschio cazzone il giorno dopo.
In bolognese si chiama pluma. O plomma. Comunque sinonimi di tirchieria, grettezza, micragna, spilorceria, pitoccheria, parsimonia, taccagneria, miseria.
Oggi, sono felice di condividere la mia vita con Nadia, una donna che amo e rispetto tutti i giorni in uguale misura, e che non sente il bisogno di fiorellini l'8 marzo.
Ma mia figlia Vittoria li pretende.
Proverò con la supercazzola del rispetto tutti i giorni dell'anno. Ma credo che non ci cascherà.
Haldeyde

03/03/15

Il bacio della morte - il sequel


Marchionne, continua a spendere complimenti per Renzi.
Oggi parlava dei futuri assett della Ferrari, assicurando che, dopo la quotazione in borsa del 10%, e dopo la creazione di una holding estera che la controllerà, sulla falsariga della Fiat Chrysler, comunque potremo stare tutti tranquilli, perché le tasse saranno pagate in Italia e la Ferrari continuerà ad essere prodotta in Italia. Il che, conoscendo Marchionne, significa l'esatto contrario: prima o poi la famiglia Agnelli smetterà di pagare le tasse in Italia e la Ferrari sarà prodotta altrove. magari non in Serbia, ma più probabilmente in USA. Ovviamente è una mia illazione, ma incontriamoci fra tre, quattro anni e poi vedremo quanto mi sarà scostato dalla realtà.
Nella medesima circostanza, il manager col maglioncino spandeva miele sul premier Renzi, dicendo che "è uno che lavora", che "ha le caratteristiche del leader", che "i loro rapporti sono cambiati perché prima non lo conosceva", che "non deve dare ascolto agli insulti" e poi "blabla riforma del lavoro blabla atto dovuto blabla investimenti esteri blabla nuove assunzioni", eccetera.
Il Pil in Italia sta crescendo dello 0,1%. Wow! In Irlanda del 3,4%, in Spagna dell' 1,7%, in Portogallo dell'1,3%. E questi sarebbero quelli messi peggio di noi. La nostra disoccupazione giovanile è oltre il 42%, quella totale al 12,7%. E tutto questo con l'euro debole ed il petrolio basso.
Renzi dice "non basta: possiamo fare meglio".
Tipo disoccupazione al 20%, giovanile al 65%, debito pubblico al 150%? Spieghi cosa intende per "meglio".
Insomma, i complimenti di Marchionne arrivano sempre nei momenti di bilanci da bicchiere mezzo vuoto, quasi a sottolineare un fallimento più che un merito.
Il solito, classico, bacio della morte.
Haldeyde