28/10/08

Un sorso di chimica


Caro Tod.
Ti do del tu per la prima volta, posso?
Non ci siamo quasi mai rivolti la parola, non ho seguito le lezioni del tuo corso, ho dato l'esame di Organica con il professor Lunazzi, non con te, ed ho svolto l'internato a Inorganica. Il mio percorso studentesco non si è praticamente mai intersecato con il Tod-docente.
Tuttavia, ho sempre apprezzato il fatto che, ineluttabile nei tuoi zoccoli, puntualmente staccassi dalla bacheca le mie vignette per fotocopiarle. Attraverso questo semplicissimo rito credo di averti conosciuto un pochino. Nientemeno, è stato un peccato che non potessi essere tu in persona a consegnarmi il volume che avevi preparato, il Chemind Graffiti III, durante la cerimonia della mia laurea, con l'aula 5C piena di amici che applaudivano.
Per una coincidenza quasi soprannaturale, nel medesimo momento in cui io mi faccio prendere dal revival, tu vai in pensione. Ed io torno indietro di 22 anni...
Era l'estate del 1986...
Quattro amici, Fabio, Pierfranco, Roberto ed io, nello studio di un Tod-preside, spettinato, molto "artista", pavoneggiante con studiata nonscialansc la sua personale frequentazione con Guccini. Un tipo grunge, ma molto in anticipo rispetto a Kurt Cobain. Un incantatore di serpenti.
Stregati dalle tue malìe, ci siamo tuffati tutti e quattro nell'Oasi Felice, con la convinzione che stavamo sì vendendo mezza anima al démone della Scienza, ma conservando l'altra mezza per le nostre inclinazioni più "creative".
Tod, i cinque anni a Chimica Industriale sono stati indimenticabili, te lo concedo. Trasformarci in mezzi scienziati potrebbe non essere stata la cosa migliore per noi, ma, fatte le debite somme, abbiamo conservato intatta l'altra metà. Quella buona.
Poteva andarci decisamente peggio.
Potevo, che so, finire a spacciare droga, o, addirittura, iscrivermi ad Ingegneria.

Grazie per averci indicato questa strada: giusta o non giusta, è il percorrerla che è stato divertente.
Haldeyde

24/10/08

Quando il sangue va tutto nei muscoli


22 Ottobre - "Dico chiaro un avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione delle scuole e dell'universita'. Oggi convochero' il ministro dell'Interno per studiare con lui gli interventi delle forze dell'ordine".
23 Ottobre - «Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà».

Credo che ogni commento, di fronte a tale perfezione, risulterebbe apatico e noioso. Fra l'altro questo blog è nato come revival universitario e non certo per aggiungere commenti sulla nostra classe politica che, da destra a sinistra, fa apparire il più pirla dei ministri stranieri come un Lincoln od un Cavour.
Però, anche noi quasi vent'anni fa (era il 6 dicembre 1989) abbiamo avuto il movimento della Pantera e le occupazioni. Il motivo principale, oltre che per protesta contro lo sfascio dell'Università, fu la riforma Ruberti. Il progetto in questione stabiliva una svolta netta in senso privatistico, ma, per impatto potenziale sul sistema scolastico, stava al decreto in discussione oggi come un peto sta al Big Bang
Non entro nel merito dell'attuale decreto. Sinceramente, è così facile lasciarsi trasportare dalla personale inclinazione politica che risulta difficile separare il buono dal cattivo. Anch'io ritengo che sarebbe stato più giusto risparmiare prima sugli sprechi ignobili e poi sull'educazione, ma è altrettanto indiscutibile che anche noi, ai nostri tempi, ci chiedessimo che senso avesse la presenza di certi professori titolari di corsi fantasma in giro per l'Università.
Piuttosto, l'avviso dell'altro ieri mi ha fatto riesumare un mio vecchio disegno del '98, periodo nel quale provavo a seguire un corso di fumetto ad Ascoli Piceno (per la cronaca, con l'inizio dei Mondiali di Francia, i titolari del corso hanno smesso di venire ed è finito tutto lì...).
La striscia (che vi consiglio di ingrandire) si intitola "Il muscolo" e vede la contrapposizione fra un mostruoso culturista ed un piccolissimo bimbo, vestito da scolaretto. Mi ha fatto pensare ai muscoli dei nostri politici ed ai ben più interessanti argomenti dei nostri giovani studenti. Auguro a questi ragazzi il medesimo finale della mia striscia, col culturista esterrefatto che si sgonfia lasciando sospeso solamente il suo sguardo un po' scemo...
Ciao,
Haldeyde
PS: per studiare l'anatomia del culturista comprai in edicola una rivista specializzata. Era sera e chiesi un giornale con uomini muscolosi. Non dimenticherò mai la faccia dell'edicolante di Ascoli...

19/10/08

La crisi degli anta (e uno).

Quaranta (e uno) anni. Una famiglia che adoro e la sottile sensazione di avere dimenticato qualcosa per strada. Tutti i più famosi coach motivazionali, stranieri e nostrani, suggeriscono che bisogna "ascoltare il cuore". Se lo faccio, realizzo con sempre più lucida chiarezza che, in parallelo alla mia professione di ambito prettamente tecnico, avrei dovuto innaffiare con maggiore costanza la piantina della mia creatività artistica.
Invece, in questi ultimi venti anni, ho decisamente trascurato questo aspetto ed oggi mi balocco nella convinzione che avrei potuto diventare un bravo disegnatore, oppure, che so, un bravo musicista. Però non ho mai seriamente provato ad andare oltre ai miei limiti di modesto autodidatta, non ho mai deciso di imparare sul serio a disegnare, restando quindi fermo al livello delle vignette che appendevo in bacheca all'Università.
Eppure quei sorrisi e quelle pacche sulle spalle che ricevevo dai miei compagni di corso, o quegli sporadici complimenti che ricevevo dai medesimi professori sbertucciati, mi davano la medesima soddisfazione di quanta io ne riceva oggi quando chiudo positivamente un progetto importante.
Ecco perchè, con grande ritardo, pubblico in rete la raccolta dei disegni di Haldeyde, un po' per autocompiacimento, un po' perchè spero di strappare un altro sorriso a chi ne sorrideva vent'anni fa. Qualcuno dei professori bersagliati dalle mia vignette non è più fra noi. Qualcun'altro dopo tanto tempo potrebbe non gradire questo revival. Per questo motivo, nelle descrizioni dei disegni ometterò, quando possibile, il nome per esteso della allora vittima di turno.
Torniamo al presente blog. Poiché la mia disinvoltura con il web è pari a quella di una scimmia di fronte ad una calcolatrice, questa pagina rappresenta il massimo delle mie capacità tecniche (anzi, senza il sostegno della mia amica Fiorella non sarei riuscito a completare il lavoro
). Il blog ha più che altro la funzione di "portale" per le vignette, che in realtà sono tutte caricate sul sito di Flickr. Nella Galleria alla vostra destra, le vedete scorrere. Cliccando, si apre quella selezionata. Semplice, come i miei schemi mentali.
Nei prossimi giorni aggiungerò qualcosa, ma chi mi conosce sa già che i miei post saranno piuttosto rari. Qualche disegno inedito, giusto per testimoniare che non sono stato completamente fermo negli anni. Ma non aspettatevi Picasso o il bravo Roberto Magosi, di cui trovate il link a destra. Haldeyde, dopo vent'anni, è il medesimo fumettista in divenire.
Bene, vi lascio con questo re-styling di una delle mie vignette più famose, un doveroso omaggio ad una delle mie maggiori fonti di ispirazione, un personaggio che non è più fra noi, ma che merita assolutamente questa prima.
Un abbraccio,
Haldeyde.