21/04/10

Tutto suo padre

Il DNA vorrà pur dire qualcosa...
Francamente non ho tempo né voglia di scrivere qualcosa di virulento sul Bossino. Mi sembrerebbe di sprecare del tempo, come ha fatto il giornalista di Vanity Fair intervistandolo e sentendosi rispondere con queste perle di illuminismo, questi apoftegmi che passeranno alla storia millenaria:
«Al Mondiale non tifo Italia»
«Il tricolore? Identifica un sentimento di 50 anni fa».


Di quello che fa nella vita privata il consigliere Renzo Bossi non me ne importa un fico secco. Questa mente brillante che è dovuta ricorrere più volte al Tar per passare l'esame di maturità non è da ritenersi più di tanto degno di dettare qualsivoglia linea politica o di filosofia di vita, né di monopolizzare i miei pensieri per un tempo superiore a quello necessario a pronunciare il concetto "va a dar via il culo". Può tifare Ku Klux Klan e tornare a dedicare il suo tempo su Facebook intrattenendosi in altri piacevoli giochini razzisti.
Mi fanno più pena i 15.000 che gli hanno dato il voto di preferenza per fare diventare questo cervello fino consigliere regionale, garantendogli stipendio e potere per i prossimi anni.
Mi fanno più pena i colonnelli della Lega, tutti uniti nel sostenere la candidatura del figlio di papà "perchè si impegna tanto nei comizi". Tutti concordi, e senza risatine imbarazzate, peraltro. Loro, che inveivano contro Roma ladrona sotto il vessillo di santa meritocrazia, e adesso sostengono la trota. Sì, il ragazzo si impegna molto, tant'è che l'esame di maturità ha voluto darlo più volte per far vedere quanto si impegna.

L'Italia è questo. Una buona metà si piace così.
Almeno tutti i venerdì sarà garantito il pesce.
La trota.
Che fra l'altro fa schifo pure da mangiare.
Haldeyde

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