25/01/16

Sulle unioni civili ri-piove sul Bagnasco


Non mi pronuncio sulla proposta di legge Cirinnà. Non l'ho letta e sono sicuro che, in mezzo a tante cose giuste, ci siano anche delle clamorose approssimazioni. Come sempre, bisognerebbe entrare nel merito, punto per punto. Cosa impossibile se, come succede in tutte le leggi, dentro viene infilato di tutto e di più. Quindi, non rimane che schierarsi di qua o di là, turandosi il naso se non proprio tutto ci va benissimo.
Qual è il mio di qua?
Beh, nel mio di qua ci vedo l'assoluta necessità di una legge che regolamenti le coppie di fatto. E' un necessario gesto di civiltà. Non averla significa restare nel mondo delle proscimmie. E che le coppie di fatto possano essere un lui + una lei, o una lei + una lei, oppure un lui + un lui a me sta benissimo, anzi, mi rende felice perché significa che stiamo uscendo (forse e lentamente) dal medioevo culturale.
Anche la stepchild adoption ritengo sia doverosa, anche se di fatto esiste dal 1983 e da qualche anno è estesa anche alle coppie gay.

Ciò che sostengono Bagnasco, Formigoni, Maroni, Salvini, Casini, Giovanardi sta di là. Manco lo voglio commentare. Manco voglio ribadire che un cardinale non dovrebbe insegnare a me cosa significhi avere dei figli, o che pluridivorziati sostengano il Family Day (quale family, la prima, la seconda o la terza?). O che un casto dichiarato, che però in vacanza nei mari caldi con i soldi altrui ci va spesso e volentieri, mi voglia erudire sul ruolo della madre nell'educazione di un bambino.
Rimangano di là. Manco mi frega della loro opinione. Convergenze col mio pensiero non ce ne saranno mai.

Tuttavia, dopo questa captatio benevolentiae, arrivo anche con la parte che attirerà meno applausi. Sì, perché ci sono alcuni distinguo che mi piace tenere a mente, giusto per non apparire troppo scontatamente arcobalenizzato.
Primo: nel merdaio civile e sociale in cui ci troviamo, questa legge forse non era la più urgente. E' sicuramente una cosa che si doveva fare, ma ne vedo di molto più impellenti.
Secondo, riconoscere diritti di unione civile ad una coppia omosessuale lo assolutamente trovo giusto e sacrosanto. Ma battersi per dare diritti ad una coppia etero senza ribadirne i doveri mi sembra un po' ipocrita. Se una coppia etero vuole i diritti che ti dà il matrimonio, cazzo, si sposi, visto che può farlo. D'accordo, restano fuori le coppie di separati o divorziati con figli che non hanno regolarizzato la loro situazione dal precedente matrimonio. Quanti sono? Dieci milioni, come gli italiani sotto la soglia della povertà? No, molti di meno. Conosco invece personalmente persone di ceto medio che, col giochino di non sposarsi, risultano ragazze madri e non pagano la retta all'asilo. Ecco, spero che approvata la Cirinnà, questi paghino salato tutto, come abbiamo fatto io e mia moglie. Uguale per le tasse. Due case, una a testa, e non siete sposati? Minchia, pagate l'IMU seconda casa su una delle due. Sono gretto? E' vero. E anche molto.
Terzo, sull'utero in affitto vorrei capirci di più. Non ne so nulla e quindi non la commento. Non considero un abominio morale questa pratica, ma mentirei se dicessi che la cosa mi lascia a mio agio. Preferirei che una coppia che non può avere figli, che sia etero o gay, potesse adottarli con maggiore facilità, senza far subentrare impianti di embrioni in una donna (pagata), o veri e propri acquisti di bambini all'estero. Con tanto di cataloghi. Lo so che oggi non ci sono alternative, ma questa cosa mi lascia un po' così. Non mi sono giovanardizzato, semplicemente esprimo un disagio. Come sempre, le cose andrebbero vissute in prima persona per capirle. Io ho avuto fortuna ad avere mia figlia in modo naturale.

Beh ho fatto outing culturale. Spero di essermi spiegato. No, sono sicuro di non esserci riuscito. Vabbé.
Haldeyde


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