13/04/13

La Sagrada Familia


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Per un volta voglio mettere anch'io un post musicale.
Non ho grandi pretese di intrattenervi con raffinate divagazioni storico musicali, attività per la quale altri blogger che seguo quotidianamente riescono ad esprimersi con molta maggiore competenza del sottoscritto.
Tuttavia, senza aspirare a convincere qualcuno a sposare i miei gusti musicali, mi piacerebbe mettere in questa mia personalissima vetrina gli articoli che amo e che mi accompagnano da più di trent'anni.

In questo video si condensa molta della mia esperienza musicale. La canzone, La Sagrada Familia, è la prima traccia dell'album Gaudì, ultima opera del The Alan Parsons Project nel lineup originale.
L'album è del 1987, e chiude un ciclo di dieci album editi dal duo Alan Parsons e Eric Woolfson, cominciato negli studi di Abbey Road nel 1974, appena dopo la fama mondiale acquisita da Parsons per il magistrale lavoro svolto come tecnico del suono dei Pink Floyd in The Dark Side of the Moon (per il quale pochi sanno che percepì veramente uno stipendio da fame e manco riuscì a vincere il Grammy, nonostante la prima di 14 o 15 candidature che si sono succedute senza successo).
Pochi sanno che il Project fosse in realtà un duo (inizialmente un trio, se sommiamo il fondamentale contributo come arrangiatore e conduttore d'orchestra di Andrew Powell). Parsons, sostanzialmente, metteva la regia e le sue straordinarie doti di tecnico oltre alla sua sensibilità musicale di insieme (pur senza essere peraltro un valido musicista); Woolfson componeva musiche e liriche del 95% dei brani, pur mantenendosi nell'ombra di Parsons; Powell metteva apposto le eventuali sgrammaticature musicali dei due, sovrapponendo arrangiamenti orchestrali maestosi.
Nel 1990 uscirà un ultimo album che li vedrà insieme, Freudiana, un capolavoro assoluto, che però sarà anche formalmente al 95% un'opera del solo Woolfson, e uscirà finalmente privo dell'etichetta "Alan Parsons Project". A questo seguirà una versione teatrale che farà da capostipite alla nuova carriera di Woolfson come compositore di musical di successo (tratti in larga parte dai precedenti album del project). Parsons, dal canto suo, proseguirà senza Woolfson inizialmente con un paio di album molto belli, per poi scendere di livello, fino a lasciare la parte compositiva completamente ad altri comprimari e comparire poco più che come fondatore del gruppo che porta il proprio nome. E' ancora in attività, ma riproponendo gli stessi pezzi finalmente in chiave live, ma decisamente più naif (non me ne vogliano gli altri parsoniani). Fortunatamente,  dopo il suo secondo matrimonio ed il successivo trasferimento negli USA, sta riscoprendo il suo antico mestiere di tecnico del suono e produttore, con sconfinamenti improbabili nel mondo dell ukulele (Jake Shimabukuro) e nel (mio) amato progressive (Steven Wilson dei Porcupine Tree).
Woolfson purtroppo scomparirà nel 2010, vinto da una lunga malattia mentre stava preparando un edizione divisa in quattro album di pezzi più o meno inediti, ed in questi giorni esce un album tributo con i pezzi più belli tratti dai suoi musicals (Somewhere in the audience). Ma questa è un'altra storia.

Torniamo a bomba al video. Il cantante, John Miles, è il medesimo del CD originale ed è uno di quelli presenti anche nell'album d'esordio del Project, Tales of Mistery and Imagination, edito nel 1976, ma in progettazione da due anni, con la partecipazione di nomi (semi)noti del mondo del rock, oltre a quasi 200 musicisti per tutte le partiture orchestrali e corali. Alla faccia di chi dice che Alan Parsons "è musica elettronica"...
John Miles fu uno dei miei primi amori da bambino ed il suo capolavoro, Music, è un pezzo immortale. Solo qualche anno più tardi, dopo aver scoperto il Project grazie a mio fratello, avrei realizzato che fu prodotto, guarda caso, da Alan Parsons e arrangiato da Andrew Powell....certe parti per archi sono immediatamente riconoscibili come frutto degli arrangiamenti powelliani.
Miles è un cantante e musicista eccelso, talmente sottostimato nonostante il suo grandioso talento che mi verrebbe voglia di strozzare Povia e Valerio Scanu... Fortunatamente, ha trovato una seconda giovinezza come ospite fisso (e direttore artistico, se non erro) al Night Of The Proms, evento musicale nato (credo) in Olanda, che raccoglie artisti mondiali in concerti caratterizzati dalla massiccia presenza dell'orchestra. Per questa sua connotazione, artisti come Miles, Parsons, ma anche Mike Oldfield, i Toto e tanti altri, trovano spesso spazio. Il NOTP ospitò nel 1990 il primo concerto live di Alan Parsons, che fino ad allora aveva rinunciato ad andare in tour per l'impossibilità di portarsi dietro l'armamentario di molteplici musicisti e cantanti che di solito apparivano in ogni suo album.

Questa esibizione di John Miles è uno dei suoi cavalli di battaglia insieme a Music (che proporrò a breve).
In questa del 2003, in particolare, si apprezza il medley con un altro pezzo strumentale dell'album Gaudì (Paseo de Gracia), suonato con la chitarra acustica dalla giovane Xuefei Yang, al posto del chitarrista storico di Parsons, Ian Bairnson (ex Pilot). Nel complesso non la migliore (il pianoforte ha una sonorità troppo metallica ed il ritmo velocizzato rispetto all'originale, che è molto più bello), ma nel complesso interessante per il medley.

Ne avrei tante da dire, ma se vi interessa trovate ben di meglio su altri blog dedicati ad Alan Parsons.
Qui posso solo dire che The Alan Parsons Project resta tuttora il mio gruppo (anche se non è un gruppo, è un progetto, appunto) più amato. Mi ha accompagnato tutta la vita e lo farà per sempre perché è la musica perfetta per me. Un giusto compromesso fra rock progressive (ma meno impegnativo), musica sinfonica (ma non troppo classica), impastata da una qualità ed equilibrio sonoro impareggiabili.

Haldeyde


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