Il giovane volpone, che io ho votato convintamente, da un po' comincia a farmi paura.
Nel timore di essere giudicato dietrologo, populista, gufo e disfattista, cerco di calmare i brividi e resto nell'angolo, a guardare. E penso dagli tempo. Anche mille giorni, se necessari. Ma il mio senso di ragno, o il quinto senso e mezzo alla Dylan Dog, continua a pizzicare ed a sussurrarmi all'orecchio: "atteeeentoooo ... questo è un democristianooo ... se ne catafotte dei diritti dei lavoratooooriii ... non è un prodotto della sinistraaaa ... a questo perfino Berlusconi ci fa 'na piiippaaaa".
E così via.
Ma l'Europa chiama! Jawohl! I disoccupati chiedono lavoro. La giustizia chiede riforme. La scuola chiede cambiamento. Occorre cambiare registro. Nel cambiamento c'è sempre qualcosa di positivo, mi dico.
Ma, perbacco, cosa sta cambiando? Non c'è una lira in più per i tanto decantati interventi di edilizia scolastica; non parliamo delle infrastrutture (con l'Expo che rischia di arenarsi, impelagato fra mazzette e ritardi incolmabili). Il Senato è ancora lì. Le province pure. L'Italicum è morto (per fortuna), mentre il Nazareno è vivissimo. In compenso, si riparla di riforma della giustizia, del lavoro e della Costituzione con i medesimi toni ed argomenti della destra di Berlusconi. Forse peggiori. Non basta la simpatia gigionesca di Renzi a far odorare la merda di cioccolato. Queste riforme, così come sono adesso, rischiano di essere addirittura peggiori di quelle dello stesso Berlusconi, tanto vituperate dal PD di allora.
L'articolo 18 non è soltanto un tabù ideologico. Rappresenta in parte quel salvagente, già mezzo sgonfiato dalla Fornero, che limita la libertà che ha un datore di lavoro di metterti a casa senza giusta causa. Non può essere questa la ragione della bassa competitività delle aziende italiane, immerse come sono nel guano di corruzione, tasse, burocrazia, costi, scarso accesso a finanziamenti che si trovano ad affrontare quotidianamente. Non prendiamo in giro.
E poi basta venderci il Colosseo, perdiana! Io gli 80 euro non li ho visti (sono troppo ricco e vado fuori fascia), ma in compenso ho visto aumenti e tasse che prima non avevo. D'accordo, ci può stare, sono un privilegiato perché prendo di più di un operaio e vado a mangiare la pizza una volta in più al mese: è giusto che io paghi. Ma il TFR è già mio: perché mi vuoi far credere che sia un bonus? Se poi me lo tassi con la mia aliquota del 38% invece che del 25% o giù di lì mica mi fai sto gran favore. Perché devo dire grazie per un regalo che regalo non è? Chiaritelo questo dettaglio, cavoli! Non firmo un foglio in bianco perché Renzi è tanto un caro ragazzo! Invece no. Via di decreti e fiducia.
Mi ricorda 1984 di George Orwell, che ho letto al liceo, ormai 30 anni fa, appunto nel 1984. Dai maxischermi installati in tutti i microappartamenti il Grande Fratello annunciava che la dose giornaliera di cioccolata sarebbe stata aumentata a 25g. E tutti contenti, evviva! Ma il protagonista pensava "ma come? Fino a ieri erano 30g!". Ma nessuno aveva colto la sfumatura, perché il Grande Fratello aveva detto che è aumentata. Analogamente, quando Renzi dice che il bonus sarà raddoppiato nel 2015, in realtà a me non solo non ha dato gli 80 euro, ma mi anticiperà soldi già miei che potrebbe anche decidere di tassare con una aliquota maggiore di quella attuale. Per buona pace delle piccole aziende, che si troveranno a dover sborsare una cifra che va dai 3 ai 6 miliardi di euro, alla faccia del rilancio dell'impresa italiana.
Evviva!
Haldeyde
2 commenti:
Felice che cominici a ricrederti (non da oggi, lo so), e io non l'ho votato, anche se gli 80 euro me li sono presi e mangiati...
Anch'io non ho beccato le 80€ ed esco a mangiare una pizza una volta alla settimana, ma mangio solo in quella occasione..
Anche quella del rimborso del tfr è una grossa presa per il culo.Quella che mi fa più incazzare è che veniamo trattati proprio da allocchi..
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